Ultreya et suseya, adjuva nos Deus

Autore: Amministratore (Pagina 18 di 67)

Un Consiglio… per gestire la rabbia

Venerdì 29 maggio, si è svolto il Consiglio Comunale in videoconferenza. All’Ordine del Giorno vi era la risposta a due nostre interrogazioni e ad una nostra mozione.  Vediamo di sintetizzare quanto capitato.

Interrogazione sulla Protezione Civile

Ricordo che l’interrogazione è nata per fare chiarezza: tutti noi eravamo convinti che il servizio di Protezione Civile fosse assegnato all’Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Torino – Gruppo Alpini di Pecetto ma, anche su segnalazione di alcuni responsabili di tale Ente, abbiamo scoperto che vi è anche una fantomatica Associazione Protezione Civile Pino, Pecetto e Baldissero Torinese – Volontariato (con sede in Pino Torinese), la quale anzi è indicata sul sito del Comune come l’unica deputata alla Protezione Civile (vedi link).

Ebbene, il Sindaco ha dichiarato che l’Associazione Protezione Civile Pino, Pecetto e Baldissero Torinese – Volontariato non è un ente fantasma ma è un gruppo che ha spesso svolto la propria opera a Pecetto (come per le camminate tra i ciliegi). E’ vero che sul sito del Comune per la Protezione Civile si fa riferimento solo a tale associazione ma nell’elenco delle Associazioni vi è anche quella degli Alpini.

Peccato che tale risposta ha dimostrato che l’amministrazione fa confusione tra il Gruppo Alpini di Pecetto (ente indicato tra le Associazioni d’Arma) e l’Associazione Nazionale Alpini di Torino – Sezione di Torino – Gruppo Alpini di Pecetto, che sono due entità distinte.

Poi, alcuni responsabili della Protezione Civile di Pecetto hanno riferito che, salvo qualche minimo aiuto per alcune Camminate, mai alcuno dell’Associazione Protezione Civile Pino, Pecetto e Baldissero Torinese – Volontariato si è mai fatto vedere in città mentre il Gruppo Associazione Nazionale Alpini – Protezione Civile è sempre in servizio per tutti noi.

Per i contributi, è stato chiarito che le somme indicate nei bilanci comunali (Missione 11) si riferiscono alle spese in genere per la Sicurezza (Polizia Locale, ecc.): mai alcun contributo è stato dato all’Associazione Protezione Civile Pino, Pecetto e Baldissero Torinese – Volontariato, mentre agli Alpini sarebbero stati erogati alcuni contributi (confondendo però nuovamente le due associazioni e confermando, quindi, che alla nostra effettiva Protezione Civile non è mai stato dato alcun aiuto).

Interrogazione sul poliambulatorio

Ricordo che l’interrogazione è nata dopo un’intervista al Sindaco pubblicata sul Corriere di Chieri e sulla nostra estrema perplessità che fosse necessario (in questi momenti di magra) spendere oltre mezzo milione di euro per un polo sanitario quanto Pecetto è dotata di un centro di eccellenza (Clinica San Luca).

Il Sindaco ha chiarito che l’edificio che l’attuale Giunta intende in ogni caso costruire al Piazzale delle Ciliegie sarà una struttura volta ad ospitare i medici di base pecettesi, oltre ad un’area per le analisi (magari a cura dell'”infermiere di quartiere” che si vorrebbe richiedere alla Stato). E’ vero che esiste la Clinica San Luca (da noi indicata come sufficiente per svolgere le attività di analisi) ma con il nuovo edificio si accorperebbero in un sol punto tutti i medici del territorio, circostanza che sarebbe stata utile in periodo Covid.

Sui costi la Giunta è stata evasiva e si è riservata di specificarli quando sarà terminato il progetto di fattibilità (già commissionato). Io ho replicato che la spesa non sarà inferiore a 460.000,00 euro: tale somma, aggiunti i 110.000 euro del rifacimento (a nostro avviso inutile) dell’ingresso al Comune, potrebbe esser meglio investita (come per il Tavolazzo, il Tiro a Segno, per il Parco Urbano, per le piste ciclabili di collegamento alla rete Moncalieri – Chieri, ecc.).

Quanto al rischio di danneggiare il centro del paese il Sindaco ha replicato che i malati andranno in auto al Piazzale delle Ciliegie e poi a piedi potranno tranquillamente andare a fare la spesa in centro. I commenti potrete farli anche voi.

Mozione sulla riduzione delle imposte e tasse.

Qui si è toccato il fondo. Ricordo che avevo chiesto di ridurre l’addizionale Irpef (aumentata a novembre, nonostante l’opposizione mia e di Cesare Canonico), di non far pagare la tassa sul suolo pubblico agli esercizi che per tre mesi sono stati costretti a chiudere, a ridurre le imposte a tutti o a far slittare le scadenze, a ridurre la tassa raccolta rifiuti agli esercizi chiusi, ecc. Ho anche segnalato che, oltre alla crisi economica che ora si farà sentire in modo vigoroso, un segnale d’allarme poteva esser individuato dal numero delle famiglie pecettesi che hanno chiesto ed ottenuto i “buoni spesa” garantiti dallo Stato.

Di fronte a tali richieste il Capogruppo di Dimensione Paese (Agostino Miranti) ha letto un proclama di numerose pagine per comunicare che non vi sono i soldi per ridurre alcunché. E che in ogni caso il Comune ha stanziato 21.445,00 euro per agevolare coloro che, in difficoltà, avevano chiesto i buoni spesa. Ho replicato precisando che tali 21.445,00 euro erano una partita di giro visto che dalla stessa variazione di bilancio portata venerdì in Consiglio emergeva che vi era stato un trasferimento dello Stato al nostro Comune per pari importo… In altre parole, tale somma era stata erogata a Pecetto dallo Stato. Poi ho replicato che Torino (molto più indebitata) ha almeno spostato le scadenze e Chieri ha accolto le agevolazioni che avevo indicato in mozione (oltre a numerose altre, come esenzioni per mercato, per ponteggi, ecc.).

Alla fine si è andati al voto: ovviamente io e Cesare Canonico abbiamo votato a favore della riduzione o dello spostamento dei pagamenti, così il Consigliere Giuliano Manolino e la Consigliera Monica Checchin. Tutta la maggioranza ha invece votato in modo compatto il rigetto di ogni e qualsiasi riduzione ed agevolazione per i Pecettesi.

Dispiace, anche perché, quando è stato il momento di utilizzare i quattrini per i commercianti lo ha fatto: ricordo, ad es., che di fronte alla nostra interpellanza del 20/1/2017 questa Giunta aveva ammesso di aver incassato € 489.311,40 dei contributi che i Centri Commerciali devono per legge corrispondere ai Comuni limitrofi a titolo risarcitorio nei confronti degli esercizi commerciali locali (vedi documento ufficiale).

Dispiace, poiché, oltre ai 21.445,00 in questi tre mesi lo Stato ha trasferito al Comune di Pecetto € 361.334,38, così articolati

  Anno Spettanza Importo Data Pagam.
ANTICIPO DI RISORSE ART 3 C 1 E 2 DL 78 DEL 2015 2020 113.421,33 20-02-2020
FONDO DI SOLIDARIETA 2020 134.915,99 29-03-2020
FONDO DI SOLIDARIETA ALIMENTARE 2020 21.444,83 30-03-2020
CONTRIBUTO ART 3 DL 102 2013 2020 10.112,55 01-04-2020
RISTORO IMU AGRICOLA ARTICOLO 3 COMMA 5 DPCM 10 MARZO 2017 2020 395,06 01-04-2020
CONTRIBUTO ART 1 CO 711 L 147 2013 2020 29.147,50 01-04-2020
CONCORSO SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE COMUNI 2020 6.788,64 18-04-2020
FONDO PER FINANZIAMENTO LAVORO STRAORDINARIO POLIZIA LOCALE 2020 781,85 18-04-2020
CONTRIBUTO PER LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI 2020 14.855,97 04-05-2020
SALDO CONTRIBUTO MESSA IN SICUREZZA EDIFICI SCUOLE ECC 2019 23.698,74 13-05-2020
CONTRIBUTO PER LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI 2020 2.476,00 13-05-2020
CINQUE PER MILLE GETTITO IRPEF 2020 2.134,58 25-05-2020
FONDO PER ESERCIZIO FUNZIONI FONDAMENTALI 2020 61.351,24 28-05-2020

Dispiace poiché non si è voluto minimamente discutere, accettando almeno una minima riduzione delle imposte ovvero un minimo slittamento delle scadenze di pagamento. Rigetto completo di tutte le proposte.

Dispiace perché si è persa l’occasione per dare un minimo segno ai cittadini che l’amministrazione è al loro servizio e non il contrario. 

L’asino e la ripresa

Vi è una bella storia Sufi.

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo abbandonato e secco. Non si fece male ma non riusciva ad uscire. L’asino iniziò a ragliare forte ed il contadino, disperato, cercò ogni modo possibile per farlo uscire. Non riuscendo e pensando che l’animale era ormai vecchio, decise con tristezza di chiudere il pozzo: con l’aiuto di vicini iniziò a buttare palate di terra dall’imboccatura nel fondo.

L’asino iniziò a disperarsi ma dopo un po’ decise di liberarsi pian piano dal terriccio che pioveva dall’alto. Scrollandosi la terra di dosso e salendoci pian piano sopra, in poco tempo, l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, uscendone.

Cosa ci insegna questo racconto? Dopo un primo sconforto e disperazione, l’asino ha iniziato ad accettare quello che stava succedendo senza arrendersi o sentirsi vittima della situazione. Scrollandosi di dosso la terra, quella stessa terra è diventata la sua risorsa.

Accettare” la situazione per molti significa” rassegnarsi” mentre invece significa fare tesoro delle opportunità che abbiamo.

La realtà è una nostra proiezione e, quindi, è possibile modificarla. Ma prima occorre modificare qualcosa dentro di noi. Se preferiamo lamentarci, la vita ci offrirà certo sempre nuovo materiale per continuare a farlo. Ma sarà una resa.

Ora occorre rimboccarci le maniche, comprendere la realtà e gli errori commessi da chi ha dovuto assumere decisioni impreviste ed uscirne fuori. Consapevoli che, sebbene “distanziati” la solidarietà tra tutti noi non è morta.

Non penso che “tutto andrà bene”. Almeno nel senso che i cartelli comunemente intendono. Non penso che ne usciremo migliori per forza. La realtà è questa. La globalizzazione ed il progresso tecnologico ci hanno fatto dimenticare l’essenza del flusso della vita, che non è solo divertimento ed assenza del disagio. Basti pensare al sondaggio fatto a Pecetto tra i giovani: ciò che più viene ritenuto prioritario è… la connessione telematica.

La globalizzazione consumistica ha colonizzato ogni ambito della nostra esistenza. Tutto deve catturare la nostra attenzione per poi svanire prima possibile per far posto a nuovi stimoli.

La fede nella tecnologia ha poi dato la sensazione di non aver più bisogno della politica. Anche la politica ha voluto rincorrere la tecnica e le è corsa dietro: nessuna visione a lungo periodo, nessuna programmazione, poca visione critica ed accettazione della globalizzazione anche delle informazioni. Dimenticando che la vita non è uniformità: l’uniformità nutre il conformismo ed il conformismo nutre l’intolleranza. Il dibattito è ora relegato sui social: e lì non c’è dibattito ma tifo.

Ne usciremo quindi migliori solo se la politica saprà assumersi nuovamente la responsabilità. Tocca infatti alla politica, e non alla tecnologia, trovare nuove strade, ridare senso al vivere comune, all’essere comunità.

La lama del coltello (tecnologia e scienza) può tagliare il pane ma anche uccidere. Spetta all’uomo (ed alla politica) sapere come e quando usare il coltello.

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