Riportiamo volentieri l’articolo dell’amico pecettese Maurizio Aragno, articolo recentemente pubblicato sul Corriere di Chieri.
Finalmente abbiamo un nuovo governo del cambiamento, alcuni ministri nuovi ed altri un po’ meno. Stiamo a vedere cosa combinano. Ma lasciateci almeno sorridere e scherzare su alcuni elementi della nuova compagine!
Sappiamo bene che, da quanto la libertà di espressione si è estesa a dismisura grazie al web, qualsiasi imbecille ha diritto di tastiera (in Piemonte si dice: “tuti i can a bugiu la cua e tuti gli asu a disu la sua”). Ma se da una parte può essere discutibile scherzare, magari in modo pesante, sull’abbigliamento o sul titolo di studio di chi dovrà occuparsi per un po’ di tempo dei nostri destini, d’altra parte mi sembrano esagerate certe prese di posizione di alcuni politici ed opinionisti di area che invocherebbero addirittura sanzioni contro i cosiddetti “leoni da tastiera”. Per inciso non mi pare che altrettanta indignazione sia stata espressa a proposito del post di un giornalista di RAI 1, che invitava l’ex ministro degli Interni a suicidarsi ed auspicava un affidamento ai servizi sociali (a Bibbiano?) della figlia del suddetto. Forse ha un peso diverso l’insulto rivolto contro un politico maschio in discesa (sic transit gloria mundi!) rispetto a quello rivolto ad una ministra donna forse in ascesa. Anche l’insegnante di Novara (donna) che aveva espresso grande soddisfazione per l’assassinio del carabiniere (uomo) a Roma è stata reintegrata nel suo ruolo educativo.
Ciò detto permettetemi di fare qualche garbata considerazione sui titoli di studio di certi ministri del presente e del passato.
La neo ministra dell’agricoltura non è riuscita ad andare oltre la scuola dell’obbligo perché troppo impegnata nel sindacato e nella politica. Secondo me qualche piccolo sforzo per ottenere un titolo di studio avrebbe anche potuto farlo: mia moglie si è diplomata e laureata lavorando, si può fare. Qualcuno obietterà che i titoli di studio non sono indispensabili per gestire con competenza posizioni di grande responsabilità. A questo punto mi chiedo perché ho dovuto dannarmi tutta la vita con esami, diploma, laurea, specializzazione, master, concorsi, concorsi…quando sarebbe stato più semplice dedicarmi all’attività politica! Si fa un gran parlare della scarsa preparazione degli studenti italiani e dell’insufficiente numero da laureati, ma non sarebbe opportuno che i politici cominciassero a dare il buon esempio?
Temo che una parte dei ministri di questo governo e dei governi precedenti otterrebbero punteggi bassi ai test Invalsi e non so quanti potrebbero superare i test per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso.
Attualmente abbiamo un ministro degli Esteri non laureato, che non conosce l’inglese (e neanche troppo bene l’italiano), con conoscenze un po’ vaghe in storia e geografia. Anche per il ministero dell’Economia, secondo me, non siamo messi troppo bene: il neo ministro è docente universitario, ma in storia contemporanea, non in economia. In passato poi abbiamo visto un po’ di tutto: un ministro della Giustizia ex studente di legge ed una ministra dell’Istruzione con il diploma di maestra d’asilo, tanto per fare degli esempi. Nel caso della ministra sussisteva anche il problema di una millantata laurea, inesistente, che altrove avrebbe certamente comportato dimissioni e condanna alla damnatio memoriae.
Anche sui laureati poi ci sarebbe da discutere: un ex primo ministro, laureato in legge, con scarse conoscenze in storia e geografia, un ministro delle infrastrutture che completa il tunnel del Brennero (inesistente) e dichiara inesistente il “buco” del Fréjus (vallo a spiegare ai francesi) e via discorrendo…
Ma lasciamo perdere ed auguriamo buon lavoro alla simpatica neo ministra dell’agricoltura, tutto sommato con il suo elegante abito blu elettrico ha portato una nota di colore nel grigiore dell’ennesimo governo di cambiamento. Non potrà fare peggio di tanti altri.
Maurizio Aragno
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