Ultreya et suseya, adjuva nos Deus

Categoria: Gli editoriali di Alberto Del Noce (Pagina 1 di 5)

Lettera ai Pecettesi

Carissimi Amici Pecettesi,

vi scrivo per condividere una decisione personale che ho preso dopo un’attenta riflessione sulle recenti elezioni comunali e sui risultati emersi. Come molti di voi sanno, al termine del conteggio dei voti sono risultato essere il primo degli esclusi, nonostante abbia ricevuto un numero significativo di preferenze personali. Questo risultato, da solo, rappresenta per me un segnale di fiducia da parte di molti elettori che hanno creduto nel mio costante impegno per la nostra comunità.

Recentemente, due consiglieri eletti hanno rinunciato ai loro seggi, circostanza che mi avrebbe permesso di entrare a far parte del Consiglio Comunale. Tuttavia, dopo un’approfondita riflessione sui risultati elettorali e sul contesto politico attuale, ho deciso di non accettare questo mandato.

Prima delle elezioni, era palpabile il malcontento generale riguardo lo stato di torpore in cui si è assopito il nostro paese e moltissimi hanno espresso preoccupazioni sul declino di Pecetto e sulle costose opere intraprese dalla precedente amministrazione senza preoccuparsi del risultato finale o del suo scopo pratico e senza dare ascolto e rispetto alle osservazioni della minoranza.

Nonostante ciò, le elezioni hanno rivelato una realtà difficile da ignorare: un terzo degli elettori ha scelto di non partecipare al voto ed un altro terzo ha deciso di sostenere il vicesindaco dell’amministrazione precedente, il quale, unitamente ai consiglieri della maggioranza, ha costantemente supportato con il suo voto favorevole le decisioni tanto criticate.

Questa scelta della comunità di continuare lungo un percorso che personalmente considero dannoso per il nostro futuro collettivo, mi porta a riflettere sulla reale efficacia dell’impegno profuso negli ultimi dieci anni. L’indifferenza e la determinazione di un significativo segmento della popolazione di proseguire su questa traiettoria mi hanno poi profondamente colpito e mi spingono a riconsiderare il mio ruolo all’interno della politica locale.

Con grande rammarico, ma con la convinzione che sia la decisione più onesta nei confronti di me stesso e di coloro che hanno creduto in un progetto di rinnovamento, ho deciso quindi di non accettare il seggio che mi sarebbe spettato. Credo sia fondamentale che la mia partecipazione alla vita politica di Pecetto sia motivata da una reale possibilità di influenzare positivamente il corso degli eventi, cosa che attualmente non mi sembra possibile, anche a causa del sistema normativo che regola le votazioni in Consiglio (in altre parole, la minoranza non conta alcunché nelle decisioni).

Soddisfatto del significativo lavoro svolto per l’unificazione delle varie voci che volevano portare una svolta a Pecetto, con serenità passo il testimone a giovani che già dimostrano grande entusiasmo nel lavorare sul territorio. Continuerò comunque a servire la nostra comunità in altre forme e con la stessa passione di sempre, sperando che il futuro possa ancora riservarci opportunità di crescita e miglioramento.

Con stima e gratitudine.

Pecetto Torinese, 18 giugno 2024

Auguri natalizi e riflessioni di fine 2020

Cari Amici,

avevamo appena incominciato il 2020 quando ci siamo improvvisamente trovati davanti una pandemia che ha cambiato ogni prospettiva, provocando pesanti preoccupazioni sulla sorte sia della salute nostra e dei nostri cari sia delle nostre attività. La pandemia ci ha costretti ad un rigido distanziamento sociale e cioè ad interrompere una delle fonti principali di benessere ed evoluzione. Siamo tuttora circondati da un clima colmo di ansia, certamente dettato da una realtà sanitaria palpabile ed incerta, ma certamente reso ridondante anche dai toni utilizzati dai mezzi di comunicazione. Le parole aprono cassetti emotivi e da mesi siamo bombardati da messaggi catastrofici, che raggiungono il risultato di aumentare l’attenzione ma, nello stesso tempo, alterano le emozioni e gli stati d’animo, creano paura e rischiano di spegnere la fiducia.

In questa inaspettata e traumatica situazione ci siamo chiesti cosa fare per svolgere al meglio il nostro compito di consiglieri comunali di minoranza: per alcuni mesi i consigli sono stati infatti sospesi e da marzo sono sospese le occasioni per riunirsi fisicamente.

Vivere Insieme Pecetto non è rimasta inerte ed ha cercato di sfruttare le limitazioni in opportunità.

Innanzitutto abbiamo partecipato alla costituzione della Fondazione di Comunità del Chierese. Partecipata dalla Compagnia Sanpaolo, tale Fondazione è nata il 9 settembre scorso con lo scopo di costituire un punto di riferimento fondamentale per tutte le iniziative economiche, turistiche e culturali del territorio collinare e dell’alto Monferrato.

Poi, abbiamo deciso di sfruttare la connessione digitale per informare. L’informazione è un bene prezioso: essere informati garantisce scelte consapevoli, è sinonimo di democrazia e supporta la trasparenza delle istituzioni e dei processi.

Abbiamo quindi fatto ricorso ad una piattaforma americana e, utilizzando la testata giornalistica del Picchio Pecettese, abbiamo dato vita a Pecetto WebTv. Il progetto è decollato subito con passione anche grazie alla collaborazione della consigliera Avv. Monica Checchin e del suo Gruppo Uniti per Pecetto.

Forti di una redazione di una ventina di persone, siamo partiti il 18/9/2020, prefissandoci di andare in onda ogni 15 giorni, il martedì. Pur con qualche iniziale intoppo tecnico, a fine anno saranno sette le puntate trasmesse. E l’entusiasmo per continuare è stato ravvivato dalla lettura dei report statistici: Pecetto WebTv ha infatti registrato sino ad oggi oltre 2.500 visualizzazioni per ciascuna trasmissione!

Mentre attendiamo con fede che anche questa sventura pandemica venga a cessare, oltre allo svolgimento dei compiti istituzionali noi continueremo ad informare i Pecettesi su ciò che accade in paese, dando obiettivo risalto a ciò che di positivo viene realizzato ma mettendo anche in luce le criticità, motivate, di scelte gestionali della maggioranza che non sono condivise. Non essere polemici è il nostro motto, la critica costruttiva il nostro dovere.

Buon Natale e che il nuovo anno porti a tutti salute e serenità!

L’asino e la ripresa

Vi è una bella storia Sufi.

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo abbandonato e secco. Non si fece male ma non riusciva ad uscire. L’asino iniziò a ragliare forte ed il contadino, disperato, cercò ogni modo possibile per farlo uscire. Non riuscendo e pensando che l’animale era ormai vecchio, decise con tristezza di chiudere il pozzo: con l’aiuto di vicini iniziò a buttare palate di terra dall’imboccatura nel fondo.

L’asino iniziò a disperarsi ma dopo un po’ decise di liberarsi pian piano dal terriccio che pioveva dall’alto. Scrollandosi la terra di dosso e salendoci pian piano sopra, in poco tempo, l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, uscendone.

Cosa ci insegna questo racconto? Dopo un primo sconforto e disperazione, l’asino ha iniziato ad accettare quello che stava succedendo senza arrendersi o sentirsi vittima della situazione. Scrollandosi di dosso la terra, quella stessa terra è diventata la sua risorsa.

Accettare” la situazione per molti significa” rassegnarsi” mentre invece significa fare tesoro delle opportunità che abbiamo.

La realtà è una nostra proiezione e, quindi, è possibile modificarla. Ma prima occorre modificare qualcosa dentro di noi. Se preferiamo lamentarci, la vita ci offrirà certo sempre nuovo materiale per continuare a farlo. Ma sarà una resa.

Ora occorre rimboccarci le maniche, comprendere la realtà e gli errori commessi da chi ha dovuto assumere decisioni impreviste ed uscirne fuori. Consapevoli che, sebbene “distanziati” la solidarietà tra tutti noi non è morta.

Non penso che “tutto andrà bene”. Almeno nel senso che i cartelli comunemente intendono. Non penso che ne usciremo migliori per forza. La realtà è questa. La globalizzazione ed il progresso tecnologico ci hanno fatto dimenticare l’essenza del flusso della vita, che non è solo divertimento ed assenza del disagio. Basti pensare al sondaggio fatto a Pecetto tra i giovani: ciò che più viene ritenuto prioritario è… la connessione telematica.

La globalizzazione consumistica ha colonizzato ogni ambito della nostra esistenza. Tutto deve catturare la nostra attenzione per poi svanire prima possibile per far posto a nuovi stimoli.

La fede nella tecnologia ha poi dato la sensazione di non aver più bisogno della politica. Anche la politica ha voluto rincorrere la tecnica e le è corsa dietro: nessuna visione a lungo periodo, nessuna programmazione, poca visione critica ed accettazione della globalizzazione anche delle informazioni. Dimenticando che la vita non è uniformità: l’uniformità nutre il conformismo ed il conformismo nutre l’intolleranza. Il dibattito è ora relegato sui social: e lì non c’è dibattito ma tifo.

Ne usciremo quindi migliori solo se la politica saprà assumersi nuovamente la responsabilità. Tocca infatti alla politica, e non alla tecnologia, trovare nuove strade, ridare senso al vivere comune, all’essere comunità.

La lama del coltello (tecnologia e scienza) può tagliare il pane ma anche uccidere. Spetta all’uomo (ed alla politica) sapere come e quando usare il coltello.

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