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Prelievi con bicchierata: la nuova frontiera della sanità

In occasione dell’ultimo Consiglio Comunale la minoranza ha anticipato che verrà depositato un esposto alla Corte dei Conti per cercare di bloccare il preannunciato sperpero di denaro pubblico per costruire il Poliambulatorio. Caduta la speranza (da noi già preconizzata) di un finanziamento del PNRR, il nostro Comune dovrà affrontare da solo una spesa di oltre 1.300.000 euro, anche a mezzo di indebitamento bancario.

Ebbene, se tale passo era stato deciso non senza apprensione, la lettura delle dichiarazioni del sindaco al Corriere di Chieri (28/5/2022) ha fugato ogni possibile indecisione.

A fronte dell’accusa che si stavano sperperando risorse pubbliche senza un previo accordo con i medici, il sindaco ha dichiarato: “I medici li abbiamo già incontrati in passato e ci è stata data una disponibilità di massima”. Ebbene, tale circostanza non è veritiera! Come emerge in un altro passo dell’intervista, esce la verità: i medici verranno contattati solo in questi giorni, dopo due anni di progettazioni, con relative spese.

Non solo, ma sappiamo bene che dei medici di base di Pecetto solo – forse – due (la Dr.ssa Castelli e la Dr.ssa Pecorari) sono probabilmente disponibili. Ma una disponibilità di massima visto che, allo stato, non si sa cosa si dovrebbe realizzare nella nuova struttura e quali saranno i costi per i professionisti.

Abbiamo fatto un accesso agli atti del Comune di Cambiano ed abbiamo a nostre mani la pre-convenzione preparata da tale Comune con i loro medici di base PRIMA di procedere alla realizzazione del loro Poliambulatorio (che – si ripete – è costato un decimo, compresi gli arredi…). Così si muove una buona amministrazione.

Il sindaco – come abbiamo già visto – proclama poi un imprimatur dell’ASL TO5, imprimatur che in realtà non c’è (abbiamo pubblicato la risposta del Direttore Generale con l’articolo precedente).

Tutto è sul vago. Continua il sindaco: “Abbiamo previsto uno spazio in più in vista di eventuali arrivi di medici in futuro. La nuova struttura sarà attrattiva perché ha un sistema di circolazione dell’aria a prova di epidemia e ci sarà il supporto di infermieri”. Peccato che lo stesso sindaco abbia dichiarato al medesimo giornale (Corriere del 13/5/2022) che la figura professionale dell’infermiere “mancherà per almeno qualche anno… Forse all’inizio faranno poche ore, perché c’è carenza di questa figura professionale”.

Ma in questa situazione, come si può pensare di realizzare un progetto così vago e senza la consapevolezza altresì di quelli che saranno i cambiamenti della sanità pubblica?

Avvertendo un notevole rumore di unghie sui vetri si legge che la minoranza avrebbe fatto riferimento al DM 70/2015 mentre ora  vi è il DM 71/2022: peccato che il testo, sul punto, sia… identico…

Ma FANTASTICHE sono state le dichiarazioni sull’altra parte della struttura, e cioè sul cd. Spazio Multifunzionale.

A fronte della preoccupazione che tale parte faccia la fine dell’Info Point (costato 76 mila euro di soldi nostri e mai utilizzato dal 2012, anno di fine lavori) il sindaco ha dichiarato: “A Pecetto manca uno spazio di aggregazione, che avrà un servizio bar e permetterà di fare una serie di attività. Il Comune potrà organizzare delle iniziative, così come le associazioni, che potranno fare anche delle bicchierate, cosa che non è possibile fare alla chiesa dei Batù, perché si danneggerebbe il pavimento”…

Sì, avete letto bene. Si vuole spendere oltre un milione e trecento mila euro (se non alla fine di più, visto che è anche cambiato il progetto architettonico e visto che sappiamo bene che il costo finale di ogni opera è sempre maggiore) per permettere delle bicchierate… Ma queste non possono esser fatte sotto la tettoia del Mercato delle Ciliegie, visto che si stanno spendendo oltre 200 mila euro per le paratie attorno a tale struttura…?

Poi il sindaco incalza: “Non sarà uno spazio destinato a sede di associazioni, ma un luogo dove si potranno organizzare eventi… poi sarà disponibile anche per iniziative private come compleanni e riunioni”.

Ma come? Compleanni e feste mentre sotto si visitano i malati…? Si stappano bottiglie mentre sotto si preleva il sangue...? Si fà festa, si balla e si brinda con a fianco il cimitero...?

E la Chiesa dei Batù, ristrutturata con un costo di oltre 900 mila euro, non è sempre stata utilizzata per eventi e mostre? Ed il Vecchio Forno? E le belle strutture della Polisportiva? Ecc. ecc. Ma quanti eventi si organizzano, visto che è visibile a tutti che ormai da anni Dismissione Paese ha fatto morire la nostra città?

Poi, per i compleanni vi è ora anche Villa Sacro Cuore, ristrutturata dal tanto criticato Parroco, immersa nel bellissimo parco e messa a disposizione della cittadinanza.

Le nostre impressioni sono confermate: si sta procedendo a caso e solo con l’unico obiettivo di apporre un bel busto all’ingresso della struttura. Un busto che però costerà a tutti noi – se va bene – un milione e mezzo.

Ma come disse Totò: ‘ca nisciun è fess

Una novità che conferma l’inutilità del poliambulatorio

Giovedì 5 maggio il nostro farmacista Michele Del Pietro ha acquistato i locali a suo tempo occupati da Intesa Sanpaolo. Ebbene, da settembre prossimo non solo la farmacia sarà ampliata ma negli spaziosi locali in centro verranno realizzati locali per servizi, un centro prelievi ed un centro vaccinazioni. E’ già stata reperito il personale infermieristico che si occuperà dei prelievi e delle vaccinazioni.

Ed allora, a che cosa servirà il futuro poliambulatorio da un milione e mezzo di euro? In parte infatti dovrebbe esser destinato a raccogliere i due medici di famiglia pecettesi (sì, perché gli altri medici certamente non si trasferiranno…) ed in parte quale sala riunioni per le associazioni.

Ed allora, tenuto conto

  • che non vi è allo stato alcun accordo con i medici,
  • che – come è stato dichiarato al giornale – non è stato neppure immaginato quale infermiere potrà esser coinvolto
  • che per la parte multifunzionale non vi sono progetti od accordi con le associazioni
  • che per le conferenze vi è già la Chiesa dei Batù la cui ristrutturazione è costata 900mila euro
  • che l’Associazione Giovani Anziani ha trovato la sua sede nel Tiro a Segno, appositamente ristrutturato
  • che per i giovani si sta ristrutturando un edificio in centro
  • che tutte le altre associazioni dispongono di una loro sede adeguata

il poliambulatorio appare un progetto inutile ed inutilmente costoso.

Un’ultima osservazione.

A fronte dell’ultima interrogazione il sindaco ha espressamente confermato che il poliambulatorio non sarà uno spoke ma solo la riunione degli studi medici di famiglia. Sentiamo i 40 secondi di registrazione del pezzo che qui interessa.

 

Ebbene, probabilmente perché preoccupato, dopo pochi giorni il medesimo sindaco è corso a scrivere all’ASL di Chieri che ora intende realizzare uno spoke… Progetto che appare a dir poco impossibile anche alla luce della recentissima normativa (DM 71/2022).

Ma siamo tutti rimasti a dir poco perplessi per la “velina” che il sindaco ha trasmesso ai giornali, i quali, a fronte della dichiarazione del primo cittadino, hanno appena pubblicato la notizia che l’ASL avrebbe approvato il progetto. Questa fantomatica autorizzazione viene sbandierata in giro dall’amministrazione.

Ebbene, come emerge dalla lettera dell’ASL TO5 che i lettori potranno leggere (clicca qui), tale ente non ha autorizzato alcunché!

Ha solo dichiarato che se il Comune realizzerà uno spoke non ci saranno motivi per non inserirlo in rete. Il che è tutta un’altra cosa. E gli uffici chieresi sanno già che mai alcun spoke (che le legge prevede per una popolazione di almeno 45.000 abitanti…) potrà mai esser realizzata…

Ed io, o, meglio, tutti noi rischiamo di pagare….

Le grand bluff

In un clima assai acceso giovedì 24 marzo u.s. si è svolto il Consiglio Comunale in occasione del quale il sindaco ha risposto all’interrogazione ed all’interpellanza che conoscete. Scriviamo solo ora poiché volevamo ricevere prima il verbale (molto sintetico) della discussione per esser il più possibile precisi, non polemici ed oggettivi. Ebbene, le risposte offerte ai quesiti hanno inevitabilmente richiamato il titolo del film Patrice Dally. Vediamo perché.

Interrogazione sul cd. Poliambulatorio

Il sindaco ha pienamente confermato tutti i nostri dubbi. Infatti, ha dichiarato quanto segue.

Il progetto in questione prevede di ubicare nel futuro cubo di cemento armato “i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, lo sportello del servizio socioassistenziale, un ambulatorio infermieristico ed il centro prelievi dell’AVIS”. In altre parole, il cosiddetto Poliambulatorio NON sarà affatto uno Spoke (come dichiarato il 17/11/2021 alla Chiesa dei Batù e come scritto sul Notiziario di Natale), NON sarà un centro di medicina di gruppo, NON sarà una Casa della Salute, NON sarà una Casa di Comunità.

Sarà solo un semplice sito ove saranno riuniti gli attuali studi dei medici di famiglia! Per i Pecettesi non cambierà alcunché poiché essi troveranno i loro medici di famiglia in tale sito anziché negli attuali studi medici. Nulla di più. Non saranno visitati dai medici presenti (come per le strutture di I e II livello) ma solo dai medici scelti, nei giorni e negli orari da loro stabiliti.

Quanto ai tempi di apertura della struttura, “gli orari saranno definiti in accordo con i medici, in ogni caso saranno garantiti periodi di apertura sia al mattino sia al pomeriggio”. Ovviamente rispettando gli orari (ed i giorni) già ora previsti dai medici di famiglia. Siamo quindi ben lontani dalle visioni che erano state prospettate (se il centro fosse stato veramente una Casa della Salute o uno Spoke), e cioè apertura 6 giorni su 7 e per 12 ore al giorno. Quindi, anche per gli orari nulla cambierà per i Pecettesi.

I servizi offerti dal futuro Poliambulatorio saranno né più né meno di quelli già ora offerti, poiché il sindaco ha confermato che non vi saranno i servizi indicati al capitolo 2, punto 2.3 del D.M. 2/4/2015 n. 70: “Il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 [da noi richiamato] è intitolato “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, pertanto non ha nulla a che vedere con la struttura di cui stiamo trattando che non ha alcuna valenza ospedaliera. Peccato che il capitolo 2, punto 2.3 del DM 70/2015 si riferisce proprio agli Spoke, e cioè a quelle strutture che  lo stesso sindaco aveva richiamato il 17/11/2021. Si legga poi il Notiziario di Natale, a pag. 5: a firma di un Consigliere di Dimensione Paese a proposito del progetto in questione si legge che “la Direzione dell’ASL TO5 ha previsto l’accreditamento della struttura (che viene individuata con il termine di SPOKE) che verrà inserita nella rete sanitaria territoriale dell’ASL, con la presenza di Medici di Famiglia, servizio socio assistenziale, infermiera territoriale ed alcuni strumenti diagnostici“. Fermo che, come vedremo, non ci sono ancora accordi, è questa amministrazione che sino ad ieri ha pubblicizzato la struttura come Spoke… Salvo dire ora che non è vero.

Per vedere quali sarebbero stati i servizi obbligatori per uno Spoke clicca qui.

Questo minimale progetto sarebbe stato presentato ai nostri medici di famiglia, i quali (tutti) “hanno espresso parere favorevole”.  Attendiamo però dai medici espressa conferma, visto che sino ad oggi essi non hanno confermato tale affermazione. Anzi, ci risulta che almeno due dottoresse siano nettamente contrarie.

Quanto ad accordi con i medici e con l’ASL TO5… non vi sono accordi (nonostante quanto dichiarato il 17/11/2021 e sul Notiziario): “le questioni saranno affrontate nella fase di formalizzazione”.

Ebbene, per questo nebuloso ed ancora lacunoso progetto, per questo progetto che offre ai Pecettesi nulla di più di quanto già essi attualmente hanno, questa amministrazione ha intenzione di spendere € 1.300.000,00 (nota bene: preventivati, quindi sappiamo che il consuntivo sarà verosimilmente maggiore), contro i 130 mila euro spesi dal Comune di Cambiano ed i 190.000 euro di Revigliasco. Il tutto quasi interamente finanziato da un mutuo che impegnerà anche i nostri figli e nipoti. Non solo, ma si sposterà tutto il baricentro del paese al Piazzale delle Ciliegie, penalizzando il centro storico.

Non solo, ma ricordiamoci che la struttura prevede anche uno spazio multifunzionale: ci si augura che tale spazio non segua le sorti dell’Info Point, finito di costruire nel 2012, mai utilizzato e costato oltre 70 mila euro di denaro pubblico.

Nota di colore: per cercare di indorare la pillola e mitigare quanto avrebbe esposto, in apertura il sindaco ha chiamato il progetto Polo della Salute e del Benessere… E’ vero che le parole aprono cassetti emotivi ma la sfrontatezza qui è inaudita. Polo della Salute non esiste tecnicamente (nella legge). E cosa vuol dire “del Benessere“? Ci sarà anche una sauna…? Polo della Salute e del Benessere a fianco al cimitero…?

Anche se le risposte hanno pienamente confermato tutte le nostre perplessità, ovviamente ci siamo dichiarati molto insoddisfatti e le nostre iniziative non finiscono qui.

Interpellanza sulla Parrocchia

Vediamo ora le risposte offerte per la questione relativa alle discriminazioni fatte verso l’attuale Parrocchia.

In ordine ai motivi per i quali non è mai stato dato riscontro alle domande inoltrate da Mons. Marino Basso ai sensi e per gli effetti della L.R. 15/1989, il sindaco ha risposto che “nel periodo 2019/2021 la Parrocchia ha presentato, entro la scadenza del 31 ottobre, le domande che sono risultate ampiamente insufficienti rispetto a quanto previsto dalla legge” (sic). Per la domanda del 31/10/2021 era allegato solo un computo metrico ma mancava il progetto planivolumetrico. E poi la Parrocchia non ha mai trasmesso un atto di vincolo.

Alla domanda, quali sono stati i motivi per i quali non è mai stato previsto in bilancio un fondo speciale per le opere di straordinaria manutenzione, di restauro e di risanamento conservativo, di ristrutturazione e ampliamento progettate dalla Parrocchia ovvero accantonata una quota dei proventi derivanti dagli oneri per opere di urbanizzazione secondaria per gli interventi parrocchiali (come prevede la legge), il sindaco ha risposto che “la mancanza della presentazione di programmi pluriennali condivisi, come previsto dalla legge, impedisce ogni possibilità di programmazione”.

Alla domanda, quali sono stati i motivi per i quali non è più stato concesso alla Parrocchia di Pecetto Torinese neppure il contributo che veniva concesso prima del giugno 2014 e come invece deliberato in questi anni per altre associazioni, il sindaco ha risposto: “non risulta che sia stato concesso alcun contributo annuale, i contributi sono stati via via concessi a fronte di specifiche richieste, nell’ambito di un rapporto di collaborazione e condivisione tra l’autorità religiosa e l’autorità municipale”.

Infine, circa il presunto divieto di svolgere l’evento del Presepe Vivente nel Parco della Villa Sacro Cuore, il sindaco ha scaricato le responsabilità sulla Pro Loco (“la scelta è stata effettuata dalla Pro Loco”). Per quanto riguarda l’allontanamento dell’Associazione Giovani Anziani dalla Villa Sacro Cuore, il sindaco ha insistito sulla tesi che è stato il Parroco a mandarli via, non rinnovando la Convenzione.

Ebbene, di fronte a tali risposte abbiamo dichiarato di esser stati soddisfatti… poiché è così risultata palese la discriminazione fatta nei confronti dell’attuale Parroco. Infatti, prima della seduta consigliare avevamo fatto un accesso agli atti e così abbiamo avuto copia delle domande inoltrate dal Don Gianmario Negro negli ultimi 5 anni prima del 2014 nonché tutte le schede relative alle contribuzioni elargite dall’amministrazione (e cioè sempre Dimensione Paese) nel medesimo periodo.

Ebbene, le domande del precedente Parroco erano semplici lettere, una di 12 righe (due dedicate agli auguri di Buon Natale), quasi tutte prive di documenti… Due lettere hanno solo due preventivi… Alcune richieste furono per… la riparazione della campana (altro che programma pluriennale…). Una domanda data 10/12/2013, e cioè due mesi dopo la scadenza dei termini di legge.

E, a fronte di tali semplici richieste (anche prive di documenti), dal 2008 al 2013 l’amministrazione Pizzo ha elargito al vecchio Parroco complessivamente € 92.110,00. Dal 2014 ad oggi è stato elargito all’attuale Parroco: € 0,00. Direi che tutto si commenta da solo.

Purtroppo sia il sindaco sia il vice sindaco (Adriano Pizzo) non hanno smentito quanto dichiarato al giornalista del Corriere e pubblicato sul numero di venerdì 11 marzo, e cioè che questa amministrazione concede contributi solo a chi svolge attività che abbiano una ricaduta per la comunità… Come se le attività parrocchiali non avessero tali sbocchi.

Vi terremo aggiornati sulle future iniziative su questi temi.

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