Ultreya et suseya, adjuva nos Deus

Categoria: Novità (Pagina 4 di 51)

Oltre a Scampia, Pecetto avrà anche il Mose…

Mercoledì 17 novembre, presso la Chiesa dei Batù, abbiamo potuto ascoltare il sindaco che ha raccontato quanto sino ad oggi fatto e quanto verrà fatto.

Abbiamo potuto ascoltare che il progetto milionario del Poliambulatorio va avanti, nonostante tutte le osservazioni e le criticità. Non solo, ma, tenuto conto che non arriveranno finanziamenti europei, l’attuale Giunta intende indebitare pesantemente noi, i nostri figli ed i nostri nipoti con un mutuo trentennale. Ricordiamo infatti che la costruzione ha un costo (preventivato) di oltre un milione e trecento mila euro… Per cosa, poi? Il sindaco sta continuando a spacciare il progetto come Casa della Salute, evidentemente cercando di toccare corde molto sensibili, soprattutto in questo momento storico. Così ha richiamato il nuovo piano regionale, che prevede tre livelli assistenziali: gli ospedali, le case di comunità e gli spoke.

Peccato che per Hub & Spoke si intende altro. Peccato che per Casa della Salute si intende un Centro Medico polifunzionale secondo quanto determinato dalla normativa di riferimento, e cioè: legge Finanziaria 2007 (Legge n. 296 del 2006 – Art. 1, comma 806, lett. a) e D.G.R. Piemonte 3-4287 del 29 novembre 2016. Copiando integralmente le funzioni descritte dalla legge di una (vera…) Casa della Salute leggiamo: “La Casa della salute è una struttura polivalente in grado di erogare in uno stesso spazio fisico l’insieme delle prestazioni socio-sanitarie, favorendo, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l’unitarietà e l’integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie. All’interno della struttura devono trovare collocazione gli studi dei Medici di Medicina Generale (MMG) e deve essere garantita la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e per le 24 ore attraverso il lavoro in team con i medici di continuità assistenziale (MCA) e di emergenza territoriale (MET). Gli studi di MMG che per ragioni di opportunità non possono trovare allocazione all’interno della struttura devono essere in ogni caso a questa funzionalmente collegati attraverso un idoneo sistema a rete che consenta la gestione informatizzata dei dati clinici dei pazienti”!

Ebbene, ciò che questa Giunta vuole realizzare sarà invece un’altra cosa!

Sarà un parallelepipedo di cemento armato ove dovrebbero trovare spazio gli attuali Medici di Base, oltre ad una sala prelievi e gli orari (leggo dal progetto comunale) saranno quelli attuali dei nostri Medici. Indicativamente, alle ore 14,00 tutto sarà chiuso. In altre parole, i Medici del nostro territorio dovrebbero spostare i loro ambulatori in questo Centro. Gratis? No perché ovviamente dovranno pagare un canone e tutte le spese. Il sindaco ha riferito che i Medici sono entusiasti. A noi consta invece che quasi nessuno di loro è favorevole…

L’orribile cubo di cemento armato, che fronteggerà la Chiesa di San Sebastiano (del 1200) ed il cimitero, dovrà poi ospitare le associazioni per vaghe iniziative. Sarà un altro spazio vuoto come per l’Info Point…? L’Info Point è però costato 70 mila euro (inutilmente). Il Poliambulatorio costerà (a tutti noi) oltre un milione e duecento mila euro…

Ma mercoledì siamo venuti a conoscenza di un altro nuovo progetto: il restyling della tettoia del mercato. Per evitare che vento e pioggia possano disturbare le future iniziative o le bancherelle questa Giunta ha infatti intenzione di realizzate – tenetevi forte – delle paratie mobili che usciranno dal terreno per salire e chiudere i lati… Sarà il Mose di Pecetto. E tutto con un costo mostruoso.

E’ proprio vero che alle follie non vi sono limiti… Ed ancora una volta dobbiamo constatare che l’attuale amministrazione, che rappresenta solo un pecettese su tre, non ascolta una “minoranza” che rappresenta due pecettesi su tre…

Nonostante ciò, questa minoranza, compatta, farà di tutto affinché i denari pubblici non vengano sperperati in iniziative faraoniche ed inutili.

Nuove interpellanze della Minoranza unita al prossimo Consiglio Comunale

Mercoledì 28 luglio p.v. si svolgerà l’ultimo Consiglio Comunale prima delle vacanze. Tra i primi punti all’Ordine del Giorno vi sono le due interpellanze presentate da tutta la Minoranza unita (Alberto Del Noce e Cesare Canonico per Vivere Insieme Pecetto, Monica Checchin per Uniti per Pecetto e Roberto Manolino per Rivivere Pecetto). Vediamo gli argomenti.

Antenna telefonica in Strada Braia.

L’attuale Amministrazione (evidente espressione – in quanto a conduzione del Gruppo consigliare Dimensione Paese – anche delle Giunte precedenti) si è sino ad oggi sostanzialmente sottratta dal dare una risposta alla Cittadinanza in ordine alle problematiche relative all’antenna allocata in Strada Braia ed alle scelte politiche che essa vorrà assumere anche per il futuro sul tema. In particolare è stata di recente respinta (con voto contrario di tutta la Maggioranza) la mozione a firma dell’intera minoranza e relativa all’applicazione del Regolamento comunale per la disciplina delle localizzazioni degli impianti radioelettrici, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 23 del 28/06/2006. I sovra indicati consiglieri della Minoranza ritornano dunque su questi argomenti con la presente interpellanza.

È ormai nota la querelle che ha interessato tale antenna, elevata anni or sono in Strada Braia (ma che insiste anche su regione Serra) con importante deturpazione del paesaggio. Ed è altrettanto noto che durante il primo lockdown (e più precisamente alla fine del marzo 2020, e cioè in piena Emergenza Coronavirus COVID 19 e nel susseguirsi convulso di DPCM e provvedimenti regionali che bloccavano man mano l’attività di privati ed aziende) il nuovo gestore telefonico (ILIAD) ha elevato tale antenna di altri 3 metri. Il tutto previa procedura cd. semplificata ex art. 87 bis Codice delle Comunicazioni Elettroniche. Attualmente, il traliccio ha un’altezza di circa 25 metri.

Ebbene, il Regolamento comunale per la disciplina delle localizzazioni degli impianti radioelettrici, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 23 del 28/06/2006, all’art. 5, comma 3, lett. f), recita:

Art. 5. Criteri per la localizzazione degli impianti per telefonia mobile e telecomunicazioni

3. Nelle zone di attrazione l’installazione degli impianti è sempre ammessa nell’osservanza delle seguenti norme:

f) gli impianti dovranno avere tipologia strutturale semplice e colori coerenti con l’ambiente circostante; dovranno essere previste misure di mitigazione dell’impatto visivo che per gli impianti a terra dovranno consistere in schermature di natura vegetale sia all’interno che all’esterno del perimetro dell’area interessata, mentre per gli impianti collocati sugli edifici dovranno essere studiate in conformità con il contesto in cui si inseriscono.

Attualmente, l’unica “schermatura di natura vegetale” è una siepe alta circa 2 metri piantumata attorno alla base dell’antenna (alta 25 metri). Ora, vista la conformazione del terreno (in discesa) tale minima piantumazione copre solo la base, che comunque non è visibile dalla strada. Viaggiando sulla via infatti emerge in tutta la sua bruttezza ed in primo piano solo il traliccio con tutti i ripetitori. L’antenna è ben visibile anche percorrendo lo stradone che collega Valle Sauglio a Pecetto. In particolare appare nettamente in evidenza il color “ruggine” che contribuisce ancora di più (laddove possibile) ad accrescere lo squallore e la bruttezza dell’impianto.

Da anni la tecnologia ha permesso di realizzare concrete e reali mitigazioni dell’impatto visivo degli impianti a terra. Numerosi Comuni hanno infatti richiesto ed ottenuto che i gestori telefonici posizionassero tralicci identici ad alberi, che nel contesto quindi si mimetizzano con la vegetazione adiacente. All’interpellanza si è allegata, a campione, una fotografia di un traliccio posto in un Comune toscano ove si può vedere che palo e ripetitori sono identici ad un fusto e ad una chioma di pianta ad alto fusto.

Ebbene, la Minoranza unita ha quindi chiesto i motivi per i quali l’amministrazione non ha richiesto una concreta mitigazione dell’impatto visivo, mitigazione che certo non può esser realizzato con le piantine posizionate alla base del traliccio alto come un palazzo di quattro piani. In particolare, ha chiesto

  1. quali sono stati i motivi per i quali non è stato chiesto ai gestori dell’antenna di Strada Braida di dotare l’impianto di radiotrasmissione di una mimetizzazione idonea, nel concreto, a mitigare il suo impatto visivo così come prevede il Regolamento;
  2. nell’ipotesi invece in cui fosse stato richiesto dall’Amministrazione, quali sono stati i motivi per i quali non è stato intimato a provvedere così come prevede il Regolamento;
  3. quali sono gli intendimenti di codesta Amministrazione per chiedere ora il rispetto del Regolamento comunale per la disciplina delle localizzazioni degli impianti radioelettrici (art. 5, comma 3, lett. f);
  4. quale sia lo stato dell’arte dell’incarico di revisione del regolamento suindicato, affidato a Sergio Claudio Maria Ripa con determina n. 53 del 18/12/2020

Marciapiede di Strada Valle Sauglio

Come noto, nel corso del 2015 la precedente Amministrazione realizzò un marciapiede lungo Strada Valle Sauglio (Regione Serra) e già allora la precedente minoranza aveva contestato che l’amministrazione non avesse completato detto marciapiede all’altezza del numero civico 39. La giustificazione del precedente Sindaco fu che il proprietario dell’immobile davanti al quale il marciapiede avrebbe dovuto proseguire non aveva dato l’autorizzazione. Tale rifiuto aveva comportato anche maggiori oneri e costi poiché fu necessario predisporre modifiche agli impianti sottostanti.

A fronte di tale giustificazione la Minoranza aveva replicato che l’amministrazione avrebbe potuto o, meglio, dovuto procedere con gli strumenti previsti dalla legge ai fini della pubblica utilità invece di tralasciare quel tratto di strada e deviare il percorso degli impianti sotto il sedime stradale

Trascorsi sei anni in occasione del Consiglio Comunale del 16/3/2021 la nuova Minoranza ha insistito affinché l’opera venisse completata poiché l’interruzione del marciapiede da tempo costituiva un non irrilevante pericolo per i pedoni, i quali, in quel punto, erano e sono costretti a camminare lungo la strada, con il rischio di esser investiti. Non essendo stato fatto alcunché, la Minoranza unita ha quindi chiesto

  1. quali sono stati i motivi per i quali, dopo sei anni, non è stato completato il marciapiede di Strada Valle Sauglio (Regione Serra), nel tratto posto avanti il numero civico 39;
  2. quali sono le intenzioni di codesta Amministrazione per completare il marciapiede nel tratto citato e per evitare i rischi del passaggio pedonale nel tratto medesimo;
  3. se, quando, quali e quanti contatti la presente Amministrazione abbia avviato con la Proprietà del numero civico 39;
  4. se e quali proposte siano state avanzate – dall’Amministrazione e/o dalla Proprietà – ai fini di una risoluzione bonaria della vicenda;
  5. quali siano le tempistiche previste per un’ipotesi di accordo transattivo;
  6. se/come, nel caso di risposta negativa da parte della Proprietà e dunque di mancato accordo, l’Amministrazione intenderà procedere per il completamento del marciapiede de quo e con quali tempistiche

Pubblichiamo il video andato in onda il 16/6/2021 sulla WebTv e che illustra i due temi:

 

Non nel mio giardino. Ma non per egoismo…

Ieri Pecetto WebTv ha trasmesso una puntata straordinaria, tutta dedicata al tema della possibile localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi vicino a noi, e cioè a Carmagnola.

 

Il Decreto legislativo 15 febbraio 2010 n. 31 ha infatti previsto l’avvio di una procedura per la localizzazione, la costruzione e l’esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, e cioè di un Deposito ove poter sistemare i rifiuti radioattivi, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei presenti nel Paese, prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industria e ricerca.

Il Deposito Nazionale sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari. Per comprendere di cosa stiamo parlando, 150 ettari corrispondono ad un’area 21 volte più grande della struttura del Lingotto Fiere. Più grande di tutta l’area del complesso ospedaliero delle Molinette. Un settimo di tutta l’area del Comune di Pecetto (che – come sappiamo – parte dal Colle della Maddalena ed arriva sino a Cambiano). Dei 150 ettari, 110 saranno dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico. All’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato verranno sistemati circa 78.000 metri cubi di rifiuti a bassa attività.

In un’apposita area del deposito, sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di lungo periodo di circa 17.000 metri cubi di rifiuti a media e alta attività, che resteranno temporaneamente al Deposito, per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico.

Anni or sono, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ora ISIN) ha messo a punto una Guida Tecnica (Guida Tecnica n. 29), Guida sulla base della quale la società SOGIN è stata incaricata a definire la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e cioè a localizzare possibili siti in Italia per ospitare il Deposito Nazionale. Nella trasmissione sono state dettagliati questi criteri.

Ebbene, con un ritardo di 6 anni solo ora – momento in cui si parla solo di Covid ed in cui non sono possibili assembramenti… – SOGIN ha ora definito la Carta Nazionale, individuando 67 possibili siti ove costruire l’imponente struttura e, dopo aver ricevuto il nulla osta dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, il 5 gennaio scorso ha reso pubblico il lavoro. 

Ebbene, tra questi siti vi è anche… Carmagnola.

La notizia è stata una doccia fredda per tutti, poiché tutto è stato fatto in gran segreto. Carmagnola è quindi subito partita con la sua battaglia, battaglia alla quale si sono uniti alcuni Comuni, come Poirino, Villastellone e Chieri.

Ieri, il Sindaco di Carmagnola (Ivana Gaveglio), il Sindaco di Poirino (Angelita Mollo) ed il Presidente della Fondazione di Comunità del Chierese (Daniele Tartaro) hanno fatto ben comprendere come la decisa contestazione non è frutto della sindrome di NIMBY (non nel mio giardino, ma in quello di un altro) ma si fonda su osservazioni tecniche (l’area carmagnolese ha falde acquifere, è soggetta a possibili alluvioni (come è successo nel 2016), è vicina a centrali elettriche, è densamente abitata, ecc. ecc.), osservazioni che si riflettono sulla dovuta attenzione verso la salute dei cittadini, dei loro figli e dei loro nipoti (lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi di tutta Italia è previsto per… 300 anni).

Non solo, ma gli ospiti hanno manifestato la loro profonda e gravissima preoccupazione verso tutto lo sviluppo del tessuto economico, turistico e culturale di tutta l’area del carmagnolese, del Pianalto, del chierese, ecc. Ricordiamo che accanto vi è anche il Roero. Un eventuale deposito nazionale di tutte le scorie radioattive a Carmagnola pregiudicherebbe in modo irrimediabile e disastroso tutta l’economia e lo sviluppo di tutta la nostra area. Pecetto compresa!

Il Sindaco di Carmagnola ha iniziato la battaglia, battaglia alla quale tutti noi ci siamo uniti. Sono nati comitati di raccolta firme ed i Consiglieri Alberto Del Noce e Monica Checchin hanno chiesto che anche il Comune di Pecetto Torinese presti la dovuta attenzione al problema e partecipi alla raccolta firme.

L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha creato un tavolo fra le Regioni e chiederà a gran voce al Governo di prorogare i termini per le osservazioni delle Amministrazioni locali (già, perché per legge sono assegnati 60 giorni dal 5 gennaio, e cioè in pieno periodo di emergenza Covid) per eventuali osservazioni…). 

Vi terremo aggiornati.

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