In questi giorni gira diffusamente in rete un discorso attribuito a Papa Francesco, discorso che però il Pontefice non ha mai pronunciato. Nel dubbio, ho provato a verificare sui siti ufficiali vaticani (ormai occorre diffidare di quasi tutto…) ed ho avuto conferma della bufala.
Il discorso “papale” in realtà è la traduzione di alcune pagine di un libro del medico psichiatra brasiliano Augusto Cury (“Diez leyes para ser felices”) edito da Edaf nel 2003. A prescindere dall’autore, il discorso appare però suggestivo ed in molte parti pone importanti riflessioni onde le riporto qui di seguito.
Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo.
Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.
Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la sicurezza nella fase della paura, l’amore nella discordia.
Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.
Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti.
Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell’anonimato.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare dentro se stessi.
Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un’oasi nel profondo dell’anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici è non avere paura dei propri sentimenti ed essere in grado di parlare di te.
Sta nel coraggio di sentire un “no” e ritrovare fiducia nei confronti delle critiche, anche quando sono ingiustificate.
È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono.
Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È avere la maturità per poter dire: “Ho fatto degli errori”.
È avere il coraggio di dire “Mi dispiace”.
È avere la sensibilità di dire “Ho bisogno di te”.
È avere la capacità di dire “Ti amo”.
Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità.
Che in primavera tu possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza.
E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.
Non mollare mai. Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano.
Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.
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